Articolo di Enrico Pennacchio
Il fenomeno del randagismo a Monreale, è stato il tema centrale di un dibattito tra associazioni e istituzioni nel corso del quale sono state evidenziate le procedure da eseguire in caso di individuazione di cani randagi . All’incontro promosso dalla consigliera comunale Paola Naimi nel corso della sua precedente carica di assessore alla Protezione civile, vi hanno preso parte, fra gli altri, l’attuale assessore alla Polizia Municipale Giuseppe Di Verde, il comandante della Polizia Municipale Luigi Marulli, il comandante della Stazione Carabinieri Antonino La Rocca, l’associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, con la presidente Eleonora Proietti e il vice presidente Alessio Di Dino ed il direttore sanitario del canile municipale di Palermo Luigi Arcuri. Negli ultimi due anni il comune di Monreale ha destinando circa 40 mila euro per la gestione del fenomeno del randagismo, per l’acquisto di medicinali, cibo e spese di trasporto e degenza in una clinica convenzionata. La gestione del fenomeno risulta essere complessa, soprattutto a causa della vastità del territorio monrealese, ma l’amministrazione comunale ha attivato un protocollo gestito da 4 attori principali di riferimento: la Polizia Municipale, coadiuvata dagli esperti accalappiacani presenti nel territorio, l’Arma dei Carabinieri, l’associazione Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia e l’ASP veterinaria di Palermo.
Il meccanismo di segnalazione di cani randagi è semplice e pone come attore principale di riferimento la Polizia Municipale, a cui vanno rivolte tutte le segnalazioni, e che una volta ricevuto l’avviso, attiverà immediatamente tutte le procedure di soccorso e di traporto del cane verso una clinica convenzionata. Allo stesso modo, se vi sono dei cuccioli bisognosi di cibo o di vaccini, questi vengono affidati alle cure dell’Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia, che poi li porterà al canile di Palermo. Il Comandante Marulli, inoltre, ha spiegato che per il comune è difficile ricevere dei fondi specifici per la realizzazione di canili o rifugi, poiché questi incentivi sono rivolti solo ai comuni che già dispongono di queste strutture. Nonostante ciò, il comune si è messo all’opera, e ha individuato, nei pressi di Casaboli, un’area che potrebbe essere destinata alla realizzazione di un rifugio sanitario, che disporrebbe anche di una vasta zona verde sfruttabile per i cani. A seguito di problemi burocratici, però, la realizzazione del rifugio sanitario risulta essere difficilmente realizzabile in tempi brevi, ma si stanno portando avanti tutti gli adempimenti per comprendere se la zona può essere destinata a questo scopo. Il lavoro svolto dai 4 attori di riferimento istituzionali è stato importante e ha consentito la sterilizzazione e la microcippatura di oltre 200 cani; una trentina, invece, sono stati reimmessi nel territorio, diventando ufficialmente cani del comune di Monreale, e circa il 90 per cento dei cani recuperati è stato affidato in maniera definitiva. Nel rendere efficiente il protocollo messo in atto dal comune, i volontari, risultano essere fondamentali, poiché sono in grado di segnalare la presenza di cani randagi o di quelli bisognosi di cure mediche.