Maggio è tradizionalmente il mese della rosa, della piena rinascita, dell’esplosione della natura, della fioritura e dell’amore. Ma, per la comunità monrealese, maggio è il mese in cui si svolgono i solenni festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso. I festeggiamenti durano tre giorni, dal 1 al 3 maggio. Questa celebrazione ha origini molto antiche ed è seguita da migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Le sue origini sono legate ad una leggenda. La leggenda narra che intorno al 1540, nel Mar Mediterraneo navigavano due navi: una cristiana e l’altra turca. Si racconta che i turchi avessero con loro un Crocifisso, che trattavano in modo irriverente. Così i cristiani scandalizzati da quel comportamento, riscattarono il Simulacro, versando tutto il danaro che possedevano. Il Crocifisso arrivò a Monreale quasi per miracolo. Fu posto su un carro trainato da buoi. Il punto in cui si sarebbe fermato il carro, avrebbe indicato il luogo in cui custodire il Crocifisso. I buoi si fermarono varie volte ed in diversi luoghi. Infine, si fermarono dove oggi sorge la chiesa della Collegiata, divenuta sede del Simulacro. Fin dai tempi dell’Arcivescovo Venero, la festa veniva e viene celebrata secondo il rito della “calata dei veli”.
Un’altra peculiarità della festa è “il culto dei fiori del Crocifisso”, che risale sempre ai tempi dell’Arcivescovo Venero. Come descrive il Pitrè in “Feste patronali in Sicilia”: «È fama che quando l’Arcivescovo Venero si dichiarò guarito dalla peste, sull’altare nel quale egli celebrava ed ai piedi del Crocifisso fossero sparsi in larga copia fiori d’ogni genere, e specialmente rose. […]. In quell’istante i fiori benedetti da Cristo furono dal Venero fatti distribuire tra i fedeli presenti, come protettori della pestilenza. I fiori operarono, nelle singole case ov’erano portati, il miracolo che l’Arcivescovo aveva ottenuto dal Crocifisso: la pestilenza cessò». Il 3 maggio, dopo la celebrazione della messa solenne, ha luogo la tradizionale discesa dall’altare della venerata immagine che, adagiato sullo zoccolo della “Vara”, viene portato in processione per le vie cittadine. Qui molti fedeli sfiorano delicatamente il costato sacro con i loro fazzoletti e fiori. Durante il tragitto, si leva un grido: “Grazia Patruzzu amurusu, Grazia!”. La processione si conclude con il rientro del Simulacro nella Basilica Cattedrale.
In questi giorni di festa, la piazza e le strade sono zeppe di luci e colori, si riempiono di bancarelle di dolci, torroni, giocattoli e luminarie. La festa, nei giorni 1 e 2, è caratterizzata da manifestazioni folkloristiche, promosse per dilettare tutta la comunità e non solo: bande musicali che suonano per le vie della cittadina normanna, concerti tenuti da star della musica italiana, i tamburinari, sfilate dei carretti siciliani ed un Luna Park allestito al fine di allietare grandi e piccini.
A tal proposito, l’amministrazione comunale, da diversi mesi ha lavorato ad un fitto programma di festeggiamenti che è stato presentato oggi pomeriggio dal sindaco Alberto Arcidiacono e dalla Giunta .
Articolo di Arianna Parisi